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29.10.03

Moratti: "Mai detto che andavo via"

(ANSA) - MILANO, Mercoledì 29 Ottobre 2003

- ''Resto? Non ho mai detto che andavo via. L'ho letto''. Lo ha detto il presidente dell'Inter, Massimo Moratti. A suggello della sua posizione, il presidente ha sostenuto che ''in questo momento ci sono sia responsabilita' sportive sia responsabilita' di altro tipo che alcune volte pesano di piu'''. -

Dunque resta. Peccato.

14.10.03

Il Presidente del calcio

Mi è capitato tra le mani un interessante libro dedicato al management, è in inglese, si intitola "Mind your own business" (di Terry Maguire, C&D, 12.99 sterline UK).
A pagina ventuno mi sono imbattuto in una tabella, Leadership "Do's and don'ts" riguardanti il rapporto con i dipendenti - in altre parole, quali comportamenti promuovono la fiducia nel "capo" e quali invece la distruggono.
Da fare:
1 - Fai ciò che dici;
2 - Incoraggia un approccio di squadra;
3 - Sii chiaro in ciò che ti aspetti;
4 - Assegna priorità;
5 - Evita preferenze;
6 - Comunica in modo chiaro;
7 - Sii positivo;
8 - Ascolta le idee dei dipendenti;
9 - Critica in modo costruttivo e in privato;
10 - Complimentati per un lavoro ben fatto.

Da evitare:
11 - Mostrare un temperamento negativo;
12 - Minacciare i dipendenti di licenziamento;
13 - Richiamare all'ordine o criticare un dipendente in pubblico;
14 - Discutere solo quando le cose vanno male.

Beh, ho pensato a un gioco per favorire il ricordo di questi "punti", a un esercizio: ho pensato di prendere in esame le dichiarazioni del Presidente dell'Inter, il dott. Massimo Moratti, rese alla stampa dopo la sconfitta nel derby del 5 ottobre 2003 (Inter-Milan 1-3).

Lancio AGI:
(AGI) - Milano, 6 ott. - Moratti lancia l'ultimatum a Cuper: "Resta senza problemi ma deve rimediare agli errori fatti". Il presidente nerazzurro prende la parola nel caotico dibattito che si è sviluppato sulla conferma di Cuper, dopo la sconfitta nel derby con il Milan. "Cuper resta senza problemi - ha tagliato corto Moratti -. Cercherà di rimediare agli errori fatti, è un suo dovere. Può capitare di sbagliare una partita, ma adesso non si può più".

Ok, "Resta senza problemi ma deve rimediare agli errori fatti". Questo è il contrario del punto n° 9, la critica non è costruttiva, infatti non indica quali siano stati gli errori fatti e non indica come rimediare a questi errori. In più, la critica non è stata fatta in pubblico ma in privato.

"Cuper (...) cercherà di rimediare agli errori fatti, è un suo dovere." Questo è il contrario del punto n° 13, viene richiamato all'ordine un dipendente, e lo si fa in pubblico.

"Può capitare di sbagliare una partita, ma adesso non si può più". E se càpita ancora, invece, caro Presidente, che cosa succede? Qui contemporaneamente abbiamo il rovesciamento dei punti n° 3, 6, 7, 11. Non si capisce che cosa succederà in caso di nuova sconfitta; c'è una strategia societaria complessiva? Si minaccia di licenziamento il dipendente? Si fa mostra di scenari negativi; si mostra di aver perso le staffe. Male!

Lancio ANSA:
(ANSA) - MILANO, 5 OTT - Massimo Moratti, visibilmente deluso, ha lasciato il 'Meazza' subito dopo la conclusione del derby senza rilasciare dichiarazioni. Quella del derby sta diventando un vero e proprio dramma sportivo per l'Inter e i suoi tifosi. I nerazzurri non lo vincono dal 3 marzo 2002, gli ultimi cinque sono state altrettante profonde delusioni. E, dopo il gol dello 0-3, alcuni gruppi di tifosi interisti hanno lasciato in anticipo lo stadio, in silenzio.
Moratti ordina: "Recoba in campo". Cùper si adegua, Chino titolare a Brescia.

"Recoba in campo"?!? Ehi, il punto n° 5 è chiaro: "Evita preferenze". Vi propongo il seguente scenario, tenendo a mente il pessimo campionato disputato lo scorso anno da Recoba. L'Inter perde a Brescia, con disastrosa partita del Recoba medesimo. Che cosa succederebbe dopo? Di chi sarebbero le responsabilità in quel caso? Dell'allenatore Cuper? Di Recoba? Degli altri dieci giocatori in campo? O del Presidente?

Lancio ANSA:
(ANSA) - MILANO, 8 OTT - Massimo Moratti analizza la situazione dell'Inter e striglia anche i giocatori: 'Si prendano anche loro le loro responsabilità'.
E spiega: 'Qui c'e' da ricostruire psicologicamente tutta la situazione: i giocatori devono aver fiducia nell'allenatore e viceversa. E' il fatto principale: i giocatori si prendano le loro responsabilita' perche' non e' che sono entrate in campo altre persone: sono entrati loro a fare quella bella figura. Il gruppo insieme sa e deve trovare le soluzioni'.

Qui marca male. Il Presidente di una squadra di calcio dice: "Il gruppo insieme sa e deve trovare le soluzioni". Che è come dire che il Presidente è impotente, può solo stare a guardare la squadra mentre essa si interroga e trova le soluzioni... Allora a che cosa serve il Presidente? Critica non costruttiva e non in privato (n° 9), giocatori richiamati all'ordine in pubblico (n° 13), troppe dichiarazioni alla stampa mentre le cose vanno male (n° 14) e tutte di segno negativo (n° 7). Non si capisce per quale motivo "il gruppo", al quale viene imposto Recoba titolare - e si badi, non per scelta motivata ma per imperio del Presidente - , dovrebbe collaborare... E scusate se sono impertinente: ma se i giocatori non si prendono le loro responsabilità, che cosa succede?

Da interista (ma sto cercando di smettere) mi auguro ovviamente che la squadra, a Brescia, vinca!